Nuova acquisizione del Museo del SaxofonoΒ 

Il Museo ha acquisito una copia originale del rarissimo “π™ˆπ™–π™£π™ͺπ™šπ™‘ π™œπ™šΜπ™£π™šΜπ™§π™–π™‘ π™™π™š 𝙒π™ͺπ™¨π™žπ™¦π™ͺπ™š π™’π™žπ™‘π™žπ™©π™–π™žπ™§π™š” di π™…π™šπ™–π™£ π™‚π™šπ™€π™§π™œπ™šπ™¨ π™†π™–π™¨π™©π™£π™šπ™§, il primo trattato sul saxofono pubblicato nel 1848.

Adolphe ebbe molti sostenitori, anche prima di depositare ufficialmente il suo brevetto, e questo giΓ  dalla sua prima presentazione pubblica alla Salle Herz a Parigi nel febbraio del 1844.
In quella occasione Hector Berlioz arrangiΓ² e diresse “Chant SacrΓ©e”, un suo brano per coro, per un sestetto misto costituito da strumenti costruiti da Adolphe Sax (2 trombe, bugle, saxofono basso e 2 clarinetti). In questa esibizione Adolphe stesso suonΓ² il sax basso.
Jean Georges Kastner incluse lo stesso sax basso nella sua opera “Le dernier Roi de Juda” eseguita per la prima volta nel dicembre del 1844. Dalla fine del 1844 e per tutto l’anno seguente, Kastner e Sax collaborarono insieme per redarre il “Metodo Completo e Sistematico per saxofono”.

A partire dal 1845, i saxofoni vennero incorporati negli organici delle bande militari francesi e, nel 1846, il governo francese ne approvΓ² il brevetto.

Kastner era particolarmente interessato agli aerofoni, soprattutto alle invenzioni strumentali di Adolphe Sax tanto da inserire, in questo suo manuale, le prime illustrazioni degli strumenti di Sax.

 

 

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